Cronaca

Sovraindebitamento, la Cassazione separa le responsabilità: la colpa del consumatore resta distinta dalle omissioni della banca

Ordinanza n. 21048/2025: la Suprema Corte definisce i confini tra condotta del debitore e mancata valutazione del merito creditizio da parte del finanziatore.

Con l’ordinanza 21048 del 24 luglio 2025, la Corte di Cassazione interviene su un profilo fondamentale della disciplina del sovraindebitamento: il rapporto tra la condotta del consumatore che ha generato la crisi e la negligenza del finanziatore nella valutazione del merito creditizio.
Un chiarimento rilevante, riportato da giuricivile.it, che contribuisce a definire con maggiore precisione l’applicazione dell’art. 69 del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza.


📌 Il principio centrale della decisione

La Suprema Corte afferma senza ambiguità che non esiste alcun automatismo tra:

  • colpa grave, malafede o frode del debitore nella formazione del sovraindebitamento,

  • mancato rispetto da parte dell’istituto finanziatore degli obblighi di valutazione ex art. 124-bis TUB.

Si tratta di piani distinti, con funzioni e finalità differenti.
La violazione del merito creditizio da parte della banca non neutralizza la responsabilità del consumatore nella creazione della propria esposizione debitoria.


⚖️ Il caso esaminato dalla Corte

Dal piano omologato alla revoca

Una consumatrice aveva ottenuto dal Tribunale di Napoli l’omologazione della procedura di ristrutturazione dei debiti.
Un creditore contestava però la presenza di colpa grave, e la Corte d’Appello di Napoli accoglieva il reclamo, revocando la decisione e aprendo la liquidazione controllata.

I motivi del ricorso poi rigettato

La debitrice sosteneva che:

  • la valutazione della colpa fosse stata erronea;

  • la negligenza della banca dovesse incidere;

  • la sua qualifica di consumatore non fosse stata correttamente considerata.

La Cassazione, tuttavia, conferma integralmente la decisione della Corte d’Appello.


🧭 Il nuovo significato dell’art. 69 CCII

La pronuncia ricorda che il concetto di “meritevolezza” apparteneva alla normativa precedente e non è più rilevante.
Oggi il giudice deve verificare solo se il sovraindebitamento sia stato determinato dal debitore con:

  • colpa grave,

  • malafede,

  • frode.

È una valutazione di merito, insindacabile in sede di legittimità.


🔍 Colpa del consumatore e violazione del TUB: perché non incidono l’una sull’altra

La Corte sottolinea che l’art. 124-bis TUB opera su un livello diverso: tutela il consumatore nel rapporto negoziale con il finanziatore, ma non incide sul giudizio ex art. 69 CCII.
La mancata valutazione del merito creditizio della banca, dunque:

  • non attenua la colpa del debitore,

  • non impedisce l’accertamento della colpa grave,

  • non influisce sui requisiti di accesso alla procedura.


🟥 Creditori negligenti: limiti e possibilità

Secondo l’art. 69, comma 2, CCII, il creditore che abbia violato i propri obblighi:

  • non può opporsi per motivi di convenienza economica,

  • può invece contestare l’ammissibilità della procedura, i requisiti soggettivi od oggettivi e i vizi di legittimità.

Nel caso esaminato, la Cassazione conferma che il reclamo del creditore fosse pienamente ammissibile perché mirato ad accertare la colpa grave del debitore.


🟩 La qualifica di consumatore: niente collegamento con il livello culturale

La decisione ribadisce che la qualifica di consumatore deriva dalla finalità non professionale dell’operazione, non dal livello di istruzione o esperienza finanziaria del soggetto.


📘 I principi enunciati dalla Cassazione

La Corte sintetizza alcuni criteri ormai fondamentali:

  • la colpa grave del debitore preclude l’accesso alla procedura di ristrutturazione;

  • la violazione del merito creditizio da parte della banca rimane un profilo autonomo;

  • il creditore colpevole non perde la possibilità di contestare l’ammissibilità;

  • la qualifica di consumatore è indipendente dalle capacità culturali;

  • i due sistemi — art. 69 CCII e art. 124-bis TUB — operano su logiche differenti.


🏁 Significato della decisione per la prassi

L’ordinanza n. 21048/2025 offre un modello interpretativo chiaro e rigoroso:

  • rafforza il carattere selettivo della disciplina,

  • limita letture espansive della tutela consumeristica,

  • stabilisce l’autonomia dei due piani di responsabilità,

  • restituisce coerenza alla finalità del sovraindebitamento.

Una decisione destinata ad avere impatto su OCC, avvocati e magistrati, offrendo un tracciato solido per valutare le condotte che hanno originato la crisi debitoria.

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Francesco Monaco